martedì 26 maggio 2009

MANGIARE SANO: IL POLLO D'ERBA

Cominciamo a raccontarci, almeno fra noi, chi, dove e cosa viene prodotto nel rispetto della natura, dell'ambiente e dell'uomo.
Oggi pubblichiamo il sito del pollo d'erba prodotto, in primo luogo, nella Azienda Agraria dell'Università di Perugia...tanto per intenderci quello cui fa riferimento il video in fondo alla pagina.

Aspettiamo vostre ulteriori indicazioni, suggerimenti, proposte per allargare le conoscenze di tutti noi sul "vivere sano", dove e come salvaguardare la nostra salute gustandoci ugualmente la vita !

domenica 24 maggio 2009

UMBERTO VERONESI: sul rispetto dei malati in ospedale


«Si deve scegliere, come in albergo
«Mai più cena alle sei negli ospedali»



Orari e menu, l'appello a sostegno dell’iniziativa di Gualtiero Marchesi. È da anni che mi batto per una riforma radicale del sistema ospedaliero e ho applicato le mie idee all’Istituto europeo di oncologia, andando controcorrente 20 anni fa.

Prima di tutto biso­gna innovare il principio stesso dell’ospedale, che non deve più ruotare in­torno alle esigenze del medico, ma a quelle del malato.
Di conseguenza il luogo di cura deve diventare an­che luogo di accoglienza in grado di offrire un livel­lo dignitoso di comfort alberghiero.

L’alimentazione durante il ricovero è parte di que­sta nuova concezione. Ogni malato ricoverato do­vrebbe poter scegliere da un menu i cibi che gli so­no più graditi (fra quelli consentiti ovviamente) proprio come avviene in un albergo. La possibilità di scelta è diventata fondamentale anche per il ri­spetto delle etnie e degli usi alimentari diversi della popolazione. È importante anche che il cibo sia pre­sentato bene, con le stoviglie e i servizi adeguati. Inoltre bisogna abbandonare l’inspiegabile rigidi­tà degli orari, per cui i pasti vengono serviti ad ore improbabili, che nulla hanno a che vedere con le consuetudini del malato. Perché mai in ospedale si dovrebbe avere la prima colazione alle 6 del matti­no, il pranzo alle 11 e la cena alle 6, quando in nessu­na regione italiana si mangia a questi orari? È impor­tante mantenere il più possibile i ritmi di vita della collettività da cui il paziente proviene per non farlo sentire «confinato», aggiungendo così ulteriore pe­so al dramma della malattia e del ricovero.

Non ho mai potuto accettare che una persona ab­bia un certo status e una certa dignità quando è in salute, ma poi lo perda nel momento in cui viene ricoverato. Ancora oggi in molti ospedali al pazien­te si dà del tu, anche se è una persona anziana, o peggio, ci si rivolge a lui con il nome del letto o del­la stanza che occupa. Dovrebbe essere esattamente il contrario: una persona malata, grave o meno, si trova in una posizione di debolezza e smarrimento e per questo andrebbe maggiormente rispettata ed aiutata.
Il comfort all’interno dell’ospedale contribuisce alla buona terapia, perché tiene conto della dimen­sione psicologica imprescindibile di ogni malattia che richieda un ricovero. Per questo considero fon­damentale anche che gli ospedali abbiano camere singole. Nessuno condividerebbe una camera con uno sconosciuto in albergo e non dovrebbe essere costretto a farlo proprio, in ospedale, quando avreb­be più bisogno di riservatezza.

Umberto Veronesi

[dal corriere della sera del 23 maggio 2009 ]

venerdì 22 maggio 2009

Affrontare la crisi con lo ŠCEC, il buono dell'economia locale

Scopriamo insieme cos’è lo ŠCEC ( Šolidarietà ChE Cammina ) e in che modo può migliorare la nostra vita e la nostra comunità

Cos’è lo ŠCEC?
Lo ŠCEC - Šolidarietà ChE Cammina - rappresenta lo sconto (tecnicamente detto "abbuono") che i soci di arcipelago ŠCEC (privati cittadini, professionisti, aziende) decidono di riconoscersi a vicenda in tutti i loro scambi economici (beni e servizi). Lo ŠCEC viene distribuito gratuitamente a tutti coloro che si iscrivono al circuito locale.

Come funziona?
I Buoni Locali ŠCEC vengono stampati da Arcipelago ŠCEC e distribuiti gratuitamente a privati, famiglie e titolari di attività commerciali/aziendali. La percentuale di prezzo pagabile in ŠCEC è decisa dall’impresa o dal professionista che si associa e mediamente va dal 10 al 30%. Arcipelago ŠCEC è organizzato in Isole regionali che curano la distribuzione dei buoni e i contatti con i soci. Per aderire all'Arcipelago basta contattare l’Isola più vicina su www.arcipelagoscec.org. A ogni nuovo socio vengono forniti 100 ŠCEC (in cambio di un contributo libero per coprire le spese di stampa e di gestione) che possono essere utilizzati sin da subito presso le attività aderenti al circuito. Più aderenti ci sono, più è intensa la circolazione e la diffusione dei Buoni Locali ŠCEC, più l'economia locale riprende forza e il benessere si diffonde!

Quali vantaggi porta lo ŠCEC?
L’utilizzo dello ŠCEC garantisce molti vantaggi. Innanzitutto fa aumentare sensibilmente il nostro potere di acquisto. Inoltre accresce il fatturato del professionista e dell'azienda che aderiscono al circuito: i cittadini che entrano in possesso degli ŠCEC tendono infatti a rivolgersi a quegli esercizi commerciali che li accettano, preferendoli ad altri. Infine lo ŠCEC è studiato per favorire l’economia locale così che il denaro torni a circolare all’interno della comunità. Infine, ma di grande importanza, l’utilizzo dello ŠCEC ci ricorda che la moneta è solamente un mezzo per perseguire il benessere della persona e della comunità.

A chi si rivolge il progetto?

Famiglie e privati cittadini che vogliono partecipare allo sviluppo di una situazione economica più tranquilla, conveniente e al sicuro dai problemi dell’economia globale.
Imprese, commercianti e professionisti che si sentono schiacciati dalla concorrenza delle grandi catene multinazionali ma desiderano continuare le loro attività.
Enti locali e associazioni di categoria interessati a una vera alternativa culturale oltre che economica per garantire la prosperità alla propria comunità.

Le piattaforme informatiche dell'Arcipelago: strumenti pratici al servizio di persone e imprese Paolo Tintori, Presidente di Arcipelago Toscana e responsabile del tavolo informatico nazionale
Lo ŠCEC, un ponte culturale fra l'economia del denaro e quella del
donare Pierluigi Paoletti, Presidente nazionale Arcipelago ŠCEC
Per Informazioni areaeventi@gruppomacro.net 0547 346339 - 3381325526

martedì 19 maggio 2009

Quando sei felice ?

Usi il tuo corpo come fosse un veicolo oppure ti fa star bene avere un contatto con ESSO?
Quando eravamo bambini passavamo gran tempo a fantasticare. Questo stato della mente e' meraviglioso. Mentre giochi con le bambole, i soldatini, le automobiline, ti lasci andare a sensazioni e immagini che sorgono spontanee dalla tua mente.Stai bene con te. Dentro di te. Ti senti un tutt'uno con il tuo corpo.Questa sensazione e' centrale nella tua vita. Ma ogni tanto la perdiamo. Allora il corpo diventa solo uno strumento per mangiare, muoversi, lavorare. Ho passato parecchio tempo in questa situazione negli ultimi due anni.In questi giorni invece sto vivendo una riunione tra mente e corpo. Me ne sto li' senza far niente ad ascoltare il piacevole tepore interno che si prova a essere vivi. Essere vivi e' delizioso. A volte.E permette di fantasticare.

Jacopo Fo
[tratto da cacao della domenica]

CARLO URBANI: una vita fra sapere e dolore


Il 29 marzo 2003 Carlo Urbani, medico italiano dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), muore a 46 colpito dalla Sars (Sindrome respiratoria acuta grave) nel paese in cui aveva deciso di offrire il proprio apporto professionale e umano: il vietnam. Il dottor Urbani ha lavorato in programmi di salute pubblica in Cambogia, Laos e Viet Nam, la sua sede di lavoro era ad Hanoi, in Viet Nam. Negli ultimi 10 giorni di vita, Urbani aveva cominciato a manifestare sintomi preoccupanti, come una febbre altissima. Per questo era stato trasferito nell'ospedale di Bangkok, dove muore nonostante le massime cure prestate. da tutti apprezzato per l'abnegazione che l'aveva portato spesso, e specialmente in occasione di questa terribile

“Carlo era un essere umano meraviglioso e siamo tutti costernati”, ha detto di lui Pascale Brudon, portavoce dell’Oms in Viet Nam. “Era soprattutto un medico, il suo primo obiettivo era quello di aiutare le persone. Carlo è stato il primo ad accorgersi che c’era qualcosa di molto strano. Mentre in ospedale le persone diventavano sempre più preoccupate, lui era là ogni giorno, raccogliendo campioni, parlando con il personale dello staff e rafforzando le procedure di controllo dell’infezione”. Di recente si trovava in Vietnam, per curare la Sars (sindrome acuta respiratoria severa) che lui stesso aveva individuato per primo in un paziente, rendendosi perfettamente conto del pericolo «ma - racconta Nicoletta Dentico, direttore generale di Msf - non si era tirato indietro, nonostante l'indifferenza di chi trattava questa malattia come qualcosa di normale».



CARLO URBANI NON PUO' E NON DEVE ESSERE DIMENTICATO PERCHE' EROE DEL NOSTRO TEMPO: «Era preoccupato», rivela fra le lacrime la sorella Cristiana, che insieme al fratello Paolo e alla madre lo piange disperata, ma non possono fare a meno di accettare l'idea che Carlo, quella vita, l'aveva fortemente voluta. «Eravamo tutti orgogliosi di lui, aveva fatto ciò che aveva sempre desiderato fare. A lui era riuscito, e credo che se dovesse rivivere rifarebbe le stesse cose»...


PER QUESTO VOGLIAMO DEDICARE A LUI QUESTO RICORDO.



Carlo Urbani era stato il primo medico dell’Oms ad avere identificato il primo focolaio di questa nuova malattia in un uomo d’affari americano che era stato ricoverato all’ospedale di Hanoi. La sua segnalazione precoce della Sars, ha messo in allarme il sistema di sorveglianza globale ed è stato possibile identificare molti nuovi casi e isolarli prima che il personale sanitario ospedaliero venisse contagiato.
Carlo Urbani. marchigiano, era sposato e padre di 3 figli. Si era laureato in medicina all’università di Ancona, e aveva compiuto gli studi di specializzazione lavorando sulla malaria e sulla parassitologia medica. Era un esperto di malattie dovute a parassiti nei bambini in età scolare. E’ stato anche presidente di Medici Senza Frontiere-Italia.
Era lui Presidente di Medici senza frontiere all'epoca in cui l'associazione ricevette il Nobel per la pace.

Era un medico di frontiera, fin da giovane, quando, con alcuni colleghi della Vallesina, organizzava per suo conto viaggi in Africa centrale, nei paesi del Golfo di Guinea, per portare soccorso ai diseredati.
Carlo Urbani è stato il primo italiano morto per sindrome Sars accertata, la stessa che lui aveva individuato, è stato ucciso dalla scelta di una vita, in una terra così lontana da Castelplanio, il piccolo Comune dello jesino in cui era nato nel 1956, e dove tutti gli riconoscevano una superiorità morale legata al suo impegno.
L'amore per i più deboli e i più poveri era nel suo dna: «Sin da giovane - ricorda commosso il sindaco di Maiolati Spontini Sergio Cascia, medico anche lui - si era dedicato agli handicappati; poi insieme, ma lui più di me, nel 1988-'89 cominciammo a viaggiare per l' Africa, dove visitavamo i villaggi più sperduti.
Urbani, dopo la specializzazione in malattie infettive all'Università di Ancona, aveva fatto il medico di famiglia per qualche tempo, poi era diventato aiuto nel reparto di malattie infettive dell'ospedale di Macerata, dove era stato per 10 anni.
Quando per lui si aprì la prospettiva di diventare primario, semplicemente rifiutò: non era un medico-burocrate, ma un medico da prima linea. La sua passione si incanalò quindi nell'impegno con Medici senza frontiere e con l'Oms, di cui era un apprezzatissimo esperto, in particolare per le parassitosi intestinali, con compiti di programmazione nel settore delle malattie infettive.

lunedì 18 maggio 2009

ALLA RICERCA DELL' "ALLEVAMENTO SICURO"




Qual è l’alimento considerato sinonimo di ricchezza e benessere? La carne. Con il tempo la carne ha avuto indici di gradimento alti e bassi. La BSE, il naturismo e le vacche grasse sono diventate spesso magre. Ma c’è chi, nel settore industriale della carne, ha saputo diventare sempre più grande, adoperando grande intuito manageriale e pure gli...

Report nella puntata di questa sera 17 maggio 09 ha affrontato il tema della produzione di alimeni animali. Una puntata interessantissima con molti spunti di riflessione e molte informazioni sconosiute sia per la salute che sul piano ecologico.
Tra le proposte positive, tra tanto letame, è stata presentata un interessante esperienza della nostra Università di Perugia: un allevamento di polli biologici impiantato dal Prof. Castellini e in via di espansione per il grande successo scientifico ed alimentare ottenuto.
Aspettiamo vostri commenti e ulteriori informazioni sull'argomento: sarebbe bello e importante creare un tam tam su allevamenti rispettosi dell'ecosistema alimentare e ambientale. Chi ne conosce ci scriva ( qui sotto c'è la possibilità di lasciare commenti ) per divulgarli anche agli altri e aiutarci a tutelare la nostra salute: SI SA CHE CHI FA DA SE' A PER TRE e allora diamoci una mossa per non essere sommersi dalla...

martedì 5 maggio 2009

SCORIE ILLEGALI ALTE COME L'ETNA

La montagna di scorie industriali gestite illegalmente dalla ecomafia in Italia ha raggiunto la vetta di 3.100 metri con una base di 3 ettari, un'altezza quasi quanto quella dell'Etna. Non e' mai stata cosi' alta.

Secondo il rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente, la montagna di rifiuti speciali spariti nel nulla ha movimentato lo scorso anno un giro di affari di circa 7 miliardi di euro, contro i 4,5 miliardi del 2007.

Dal 2002, anno di entrata in vigore del delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, sono 123 le operazioni giudiziarie portate a termine contro i "signori dei veleni", raggiunti da ben 798 ordinanze di custodia cautelare, con 2.328 persone denunciate e 564 aziende coinvolte. Un risultato straordinario che testimonia tutta l'efficacia di quello strumento normativo.

Tra i casi che hanno fatto scalpore nell'ultimo anno, l'indagine che ha svelato gli affari illeciti di Mario Chiesa (ex tangentopoli) in combutta con i "colletti bianchi": dipendenti pubblici corrotti e imprenditori d'assalto; l'ingresso del Piemonte e della Lombardia tra le regioni piu' coinvolte dai traffici illeciti e il fenomeno dell'interramento dei rifiuti industriali a Milano (6 ettari di bosco compromessi), come nelle cave dei cantieri per l'alta velocita' ferroviaria nel Parco del Ticino e in Calabria, dove le scorie della ex Pertusola Sud miscelate alle polveri dell'Ilva sono state utilizzate per costruire un aeroporto, l'acquedotto, le strade, le scuole.

In vetta alla classifica dell'illegalita' ambientale in questo settore si piazza saldamente la Campania con 573 infrazioni accertate (il 14,7% sul totale nazionale) e ben 63 arresti nel corso dell'ultimo anno. Al secondo posto si piazza la Puglia con 355 infrazioni accertate, 416 denunce, 271 sequestri, e 15 arresti. Al terzo posto la Calabria (293 infrazioni, 238 denunce, 567 sequestri), seguita dal Lazio con 291 reati, 358 denunce, 172 sequestri e ben 11 arresti. Il Piemonte e' diventata la prima regione del Nord per numero di reati accertati, incidendo per il 6,5% sul totale nazionale.

Negli ultimi tre anni, si ipotizza siano stati smaltiti illegalmente in tutta la regione circa 13 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie, che tradotti in camion significano 520 mila tir che hanno attraversato mezza Italia per concludere i rispettivi tragitti nelle campagne napoletane, nell'entroterra salernitano, nelle discariche abusive del casertano o ancora, piu' recentemente, nei terreni scavati per l'occasione nel beneventano e nell'avellinese. [tratto da AGI ]